La storia
UN PO' DI STORIA
La nostra scuola, dall'impostazione lineare e imponente, tipica delle scuole del periodo fascista, è nata nel 1932. Il progetto di costruzione della scuola nasce da esigenze ben precise come emerge da un documento dell'epoca dell'Ufficio Tecnico Comunale di Barletta.
In esso si dice che la città di Barletta nel 1928 aveva un triste primato quello dell'analfabetismo, infatti, molti suoi abitanti non sapevano né leggere e né scrivere, diverse erano le cause ma principalmente quella che influiva maggiormente era la mancanza di edifici scolastici.
Perciò l'Amministrazione Comunale dispose in quel periodo la progettazione di un edificio scolastico nel Rione San Nicola che era quello dove è ubicata attualmente la nostra scuola. La zona scelta era ideale perché era circondata da quattro strade e tutto il quartiere era privo di locali adatti a scuole. A quel tempo le scuole dipendevano da un'unica Direzione posta nell'edificio Massimo D'Azeglio.
Durante la 2a Guerra Mondiale l'edificio scolastico fu requisito dalle Forze Armate ed adibito a caserma ed ospedale. In quel periodo, infatti, la palestra della scuola fu proprio trasformata in un ospedale. Finita la guerra, l'edificio fu rilasciato dalle autorità militari alle autorità scolastiche e subito dopo gli alunni potettero ritornare a scuola. La scuola era caratterizzata da un doppio ingresso: uno per la sezione femminile, l'altro per quella maschile.
Infatti tutte le classi erano rigorosamente suddivise per sesso.
Guai a superare la linea di demarcazione!
La stessa linea di condotta doveva essere rispettata anche in altri contesti.
L'assetto della scuola, anche dopo diverse ristrutturazioni e adeguamenti, è rimasto sempre lo stesso. Di recente è nata la necessità di renderla più vivibile e piacevole. Ma come conciliare l'utile e il dilettevole?
Grazie alla recente piantumazione di svariati alberi, il cortile della scuola è diventato un luogo per il relax e il divertimento in cui trovare aree ombrose per leggere, parlare, ricrearsi dopo gli impegni scolastici.
La ristrutturazione della pavimentazione del cortile ci ha permesso di avere anche una pista di atletica e il campo da basket.
La vecchia Aula Magna è diventata la nostra Aula Multimediale.
A VOLTE RITORNANO
"Ogni qualvolta passo o vengo da queste parti, non posso passar davanti a questo edificio che il nome porta d'un eroe: "Raffaele Musti" caduto a Ual-Ual nell'Africa Orientale. edificio nel quale per 30 anni, ininterrottamente insegnai. Salgo oggi con malfermo passo i gradini or dell'uno or dell'altro portone. Passo per i corridoi e, rievocando vedo, alunni e colleghi e aule nelle quali per tanti anni insegnai..
Così recitano i versi di un vecchio maestro i cui occhi, ancora vispi sotto le fitte rughe, sono diventati sempre più lucidi per l'emozione quando gli abbiamo chiesto di parlarci del suo passato all'interno della nostra scuola. La prima cosa che ha notato, mettendo piede nella scuola, è stata la dimensione delle aule di gran lunga ridotta rispetto a quelle di un tempo idonee ad accogliere anche 50 - 60 alunni.
Una cosa invece è rimasta la stessa. l'allegro vociare dei bambini, il fruscio e il profumo dei fogli dei quaderni, i colori dei disegni appesi alle pareti.. Sono state proprio queste le cose che gli sono mancate di più quando è andato in pensione.
Quando fu assegnato a questa scuola l'edificio era nuovo, costruito da soli due anni: era il lontano1934. Non c'erano carte geografiche e altri sussidi didattici. Sorridendo ha confessato che sulla parete della sua classe aveva disegnato, prima a matita e poi a smalto, un mappamondo e poi ancora le misure del Sistema Metrico Decimale, le figure della geometria piana. Anche a distanza di anni, ad ogni ristrutturazione delle pareti, i suoi affreschi riaffiorano come le incisioni rupestri dell'uomo di Neanderthal. Man mano si procedette a fornire la scuola di ogni arredo.
Dopo seguirono la costruzione del teatrino, della meridiana sulla facciata della palestra (andata perduta dopo l'ennesima ristrutturazione), il Museo scolastico che riuscì a realizzare anche grazie al contributo di maestri, che versavano 10 £ la settimana, ed alunni che versavano quel che potevano.